Ma quanto è buono un panino con la mortadella? E i tortellini bolognesi?
La mortadella affonda le sue radici nel lontano XVI secolo e la tipica denominazione Bologna risale al 1661, anno in cui il cardinale Farnese pubblicò nel capoluogo emiliano un bando che codificava la produzione di questo salume e anticipava, per certi versi, l’attuale Disciplinare di produzione.
Dal tardo periodo rinascimentale in poi, le testimonianze storiche e letterarie sulla Mortadella sono sempre più numerose. È un vero e proprio patrimonio tradizionale della gastronomia italiana.
Nel legame con il territorio risulta imprescindibile anche il ruolo dell’uomo: operatori qualificati, di grande professionalità, che hanno trasmesso, di generazione in generazione, la ricetta originale. Per questo la Mortadella Bologna può essere prodotta solo in alcune zone dell’Italia Centro-Settentionale, dove è nata e dove è stata tramandata con rigore e con passione.
Le carni utilizzate, vengono attentamente selezionate e triturate. Vengono poi preparati i cubetti di grasso che conferiscono la caratteristica dolcezza di questo salume. L’impasto viene insaccato e sottoposto a cottura per diverse ore, anche giorni per le mortadelle più grandi. Questa è la fase più delicata, quella che conferisce alla mortadella tutto il suo caratteristico aroma e la sua tipica morbidezza. Il procedimento prevede l’utilizzo di apposite stufe ad aria secca, con tempi di cottura che vanno da poche ore fino a un’intera giornata.
Segue una docciatura con acqua fredda e una sosta in cella di raffreddamento che consente al prodotto di stabilizzarsi.
la mortadella è famosa in tutto il Paese e ognuno di noi l'ha mangiata almeno una volta, dal sapore inconfondibile, con pistacchio o senza, s'inserisce certamente tra i prodotti Made in Italy d'eccellenza.