Il sapore pungente dell’aceto è sempre stata una delle cose che mi è piaciuta di più. Quel solletico alla bocca non mi è mai dispiaciuto.
Mia nonna lo mette anche sulle uova, Antonietta la mia seconda mamma ne usa davvero molto e nell’insalata ci mette quello rosso.
A casa mia non può mancare quello balsamico.
Ma quanti tipi di aceto ci sono?
In generale questo prodotto è molto utile non solo per insaporire i nostri piatti, ma anche per conservare o come ottimo ingrediente per alcune salse.
L’acido acetico, a quanto pare, riduce l’assorbimento del glucosio da parte dell’organismo.
Se pensiamo all’aceto ci viene in mente subito un prodotto derivato dal vino, almeno qui in Italia; ma l’aceto può essere davvero di molteplici prodotti.
L’aceto di vino è quello più classico molto comune in Europa. Avendo il vino moltissime qualità anche l’aceto ne ha altrettante.
C’è poi l’aceto balsamico tipico di Modena e di Indicazione Geografica Protetta, perfettamente bilanciato tra dolce e acido. Per esser tradizionale, l’aceto balsamico, deve essere prodotto tramite l’acidificazione spontanea del liquido derivante dalla fermentazione alcolica di mosto sottoposto a un processo di concentrazione a fuoco diretto, il quale è ricchissimo di zuccheri.
Cè poi l’aceto di mele, più delicato, benefico, depurativo e utilizzato per favorire la digeribilità dei cibi.
Vicino a quello di mele c’è anche quello di pere, molto profumato e zuccherino.
L’aceto di riso molto usato in estremo oriente, ottenuto dalla fermentazione del riso e da un invecchiamento tra i 2 e i 3 anni.
Ci sono poi altre varianti anche un pò inusuali come: l’aceto di cocco, di canna, di uva passa, di miele.
Non potete quindi far altro che scoprire e degustare questo meraviglioso prodotto.